Realino Mazzotta, fondatore dell’azienda Amaro Salento, ricorda che da bambino nel bar di famiglia vi era un liquore alle erbe della cui ricetta non è rimasta alcuna traccia né scritta né orale. Intorno alla metà del secolo scorso era attività comune nel Salento la produzione casalinga di liquori e rosoli vari. Il mondo contadino dell’epoca non conosceva il fenomeno della commercializzazione dei distillati. Solo in alcuni bar era possibile degustare, in particolare, liquori ricavati artigianalmente dalla macerazione di erbe e radici autoctone. Questi venivano utilizzati soprattutto per allungare e “correggere” il caffè. Con una ricetta suggerita da un monaco del vicino convento dei frati minori di San Giuseppe da Copertino, papà Raffaele produceva un liquore amaro che utilizzava per servire il caffè “corretto”. Una specialità molto amata dai soldati americani presenti in paese dopo la Liberazione. Il frate aveva consegnato la ricetta segreta ad alcuni titolari di esercizio pubblico, compreso il bar Venezia fondato neggli anni ’40 da papà Raffaele. Comincia da quel momento un’indagine lenta ma continua per tenere vivo un contatto spirituale col padre, andando per i campi e lungo la costa ionica per raccogliere le erbe rare.